Siccome noi della lista civica Sinistra per Sarzana non siamo nè con la Sindaco Ponzanelli a trazione di destra, nè col candidato Sindaco Guccinelli e non abbiamo governato nè negli ultimi anni, nè in “quelli di prima”, ci possiamo permettere: “il corvo che dice al merlo: come sei nero!”.
Eh si…!
Il candidato Sindaco Guccinelli avrà pure delle colpe, ma il Centro Destra da ben 8 anni Governa in Regione, da 6 nel Comune Capoluogo, che detiene la presidentza della Conferenza dei Sindaci col Sindaco Peracchini, e da 5 nel secondo Comune della Provincia, che detiene la vice presidenza della Conferenza dei Sindaci e la presidenza della Conferenza dei Sindaci d’ambito Val di Magra con la Sindaco Ponzanelli, di cui l’ospedale San Bartolomeo di Sarzana è il punto di riferimento.
La prima cosa che tutti i cittadini che hanno un minimo di raziocinio dicono è: ma se non siete d’accordo, perchè non avete corretto le decisioni sbagliate di “quelli di prima? In 8 anni di governo avreste avuto tutto il tempo”.
Noi ci permettiamo di rubare la nota in commento all’articolo del quotidiano che il gruppo civico “Manifesto per la sanità locale” ha inviato alla redazione estrapolando una frase emblematica che proveremo a spiegare in seguito: <<Quanto poi alle affermazioni dell’assessore Gratarola sul destino dell’ospedale di Sarzana, le stesse non meritano commenti, poiché i fatti parlano da soli : nel nuovo Piano Sanitario deciso dalla Regione l’ospedale di Sarzana è declassato a struttura di sostegno alle attività territoriali. Se così non è, caro assessore, modifichi i contenuti del Piano indicando in cosa consista il “ruolo chiave” del S. Bartolomeo.>>
Ed il manifesto per la sanità locale non è tenero neppure nei confronti degli esponenti del partito del Presidente Toti: “Quello che invece stupisce è il trionfalismo dei rappresentanti del Gruppo Toti per Spezia – sigg.ri Casati, Gagliardi, Piaggi, Teja e Ratti -“, ma su questo vi rimandiamo al perchè ben specificato nel documento che condividiamo in immagine per tornare, invece, al San Bartolomeo di Sarzana e spiegare perchè l’ Assessore regionale Gratarola non può permettersi, pure lui, di pontificare sui nostri servizi sanitari locali.
…e già, perchè nelle nuove linee guida del Piano Socio Sanitario Regionale si evidenzia benissimo come l’ospedale di Sarzana sarà declassato a livello di “struttura di sostegno alle attività territoriali”, più precisamente “ospedale di base distrettuale a forte integrazione con il territorio per le specialità presenti”.
Ancor più precisamente l’ospedale perderà le funzioni di “ospedale con attività di elezione” che aveva nel precedente PSSR e che, invece, vengono mantenute in almeno uno degli ospedali delle altre ASL che sono pure più di due, come ben evidenziato nella slide a fianco presentata già da tempo negli incontri pubblici del gruppo Manifesto per la sanità locale.
…e le “attività di elezione” non sono altro che gli interventi chirurgici programmabili.
E pensare che le slide delle linee guida del nuovo PSSR “girano” da prima di Natale scorso, soprattutto fra le componenti della maggioranza in Regione e, supponiamo, fra quelle dei gruppi di maggioranza dei Comuni di La Spezia e Sarzana. Difficile pensare che siano state tenute nascoste dalla regione alla propria parte politica del territorio, giacchè il gruppo Manifesto per la sanità locale le ha ottenute da canali regionali.
Bene… se già Regione e Sindaci dei due più grossi Comuni della Provincia non hanno sentito il bisogno di correggere eventuali errori e tagli di “quelli di prima” in 8 anni, significa che sono pure d’accordo. E se mai si potessero definite tonalità di nero, possiamo pure dire che “quelli di ora” sono pure più neri, peggio di “quelli di prima”.
Infatti è facilmente risontrabile come, negli ultimi tre anni, utilizzando la giustificazione dell’emergenza Covid, “quelli di ora” nell’ ospedale di Sarzana hanno provveduto a:
– chiudere il reparto di Ortopedia che è stato accorpato nel reparto multispecialistico di Urologia/Chirurgi, già accorpati a suo tempo riducendo da due reparti a uno, che, a parità di posti letto, è diventato ancor più multispecialistico passando da tre reparti ad uno con la perdita di altri 25 posti letto e la pesante riduzione del numero e qualità degli interventi chirurgici di tutte e tre le specialità.
Un esempio su tutti è il numero di interventi di protesica articolare “robotizzata” che da 150 all’anno del periodo pre covid sono stati portati a 100, con una perdita secca del 30%. Per fare un paragone, la ASL 4, che pure ha un minor numero di abitanti, finirà l’anno con 250 pari interventi.
– chiudere al 50% l’ambulatorio di Ortopedia/Sala gessi, che forniva anche consulenza in tempo reale al Pronto Soccorso, che è passato dalle 12 ore al giorno alle 6 attuali e già si vocifera di una sua imminente chiusura totale, perchè ben 5 Ortopedici verrano a mancare a breve.
– Chiudere la Rianimazione che in “tempi Covid” contava 15 posti letto. Sommati a quelli chiusi dell’Ortopedia fanno 40 posti letto in meno.
Ma, oltre a ciò, questa decisione ha inficiato persino le attività del reparto di Pneumologia che non avendo più il supporto dell’assistenza intensiva per la ventilazione assistita è costretto a dirottare altrove casi e patologie più gravi.
– Chiudere la sezione staccata di Endoscopia digestiva di cui sono spariti persino gli spazi occupati dalla rianimazione.
– Chiudere, di fatto, il Day Hospital oncologico, oggi aperto solo un mattino la settimana per tre/quattro pazienti, sospendendo così le terapie antiblastiche endovenose così faticosamente riconquistate dai cittadini dopo 15 anni con un presidio di una settimana sotto l’ospedale e mille firme raccolte.
– Non aprire il reparto “a conduzione infermieristica” inaugurato in pompa magna dal Presidente Toti già nel 2020 ed oggi, ci dicono, utilizzato in minima parte come “parcheggio” di pazienti che attendono i mezzi per tornare a casa per dimissione.
– Chiudere l’ambulatorio di medicina del lavoro che, presso il vecchio ospedale, seguiva centinaia di piccole imprese che oggi sono costrette a rivolgersi al privato a costi maggiori.
…e, siccome “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, ci rode un tarlo gigantesco, visto che i quotidiani ci raccontano che, quasi contemporaneamente, la Regione ha accreditato due nuove sale operatorie e 60 posti letto presso la clinica privata Alma Mater di La Spezia.
Ora qualcuno ci dica con che coraggio parlano “quelli di ora”, dal momento in cui con il nuovo ospedale del Felettino da 520 posti letto, a fronte dei 420 attuali fra Sant’Andrea e San Bartolomeo” col personale che è gravemente carente anche solo per questi, è ben prevedibile che ci sarà lo svuotamento dell’ ospedale di Sarzana per riempire quello nuovo spezzino e che la delibera 123 del febbraio 2020 già sancisce che nel nuovo Felettino dovrà essere applicato il “famigerato” decreto Balduzzi che priverebbe la nostra provicnia di numerose specialità e servizi, accorpandoli con la ASL 4, percorso già in essere con la creazione dei “dipartimenti interaziendali”, o trasferendo prestazioni direttamente a Genova.
La cosa peggiore è che nei verbali della Conferenza dei Sindaci degli ultimi anni, di cui siamo in possesso, non c’è una sola parola su tutto ciò, nè, tantomeno, a difesa dei nostri servizi sanitari locali. Eppure il T.U.E.L. (Testo Unico degli Enti Locali), che è legge, ben definisce le competenze dei Sindaci, come elncato nell’immagine.
EH SI! CI VUOLE UN GRAN CORAGGIO… O FORSE ALTRO…
Sarzana 22 Marzo 2023
Per la lista civica Sinistra per Sarzamna il capolista Valter chiappini.