di Giorgio Giannoni
Evviva, il Teatro degli Impavidi (ecco la giusta notazione del nome) ha riaperto i battenti. Ne siamo ben felici ed auspichiamo, senza nessuna cattiveria, che rimanga aperto per molto, visto che qualcosa ancora manca nelle rifiniture e nei dettagli.
Ci dicono che ciò non dovrebbe rappresentare un problema, visto che le parole dell’Assessore hanno sottolineato come le rappresentazioni avverranno alla sera e quindi gli operai nei pomeriggi potranno lavorare indisturbati per lasciare poi il posto alla cultura.
Con tutto ciò che preme da dietro, nella lista delle incompiute, capiamo la contentezza del sindaco, raggiante di felicità tricolore, mentre si aggira per la platea e i corridoi del teatro distribuendo pacche e sorrisi a destra e a manca.
Potete vedere tutto ciò nel telegiornale di TeleLiguriaSud di ieri, dal quale, in anteprima, vorremmo proporvi una brevissima sequenza del commento del regista Pino Ammendola, che ha curato lo spettacolo di apertura della nuova scena teatrale sarzanese. Lo facciamo perché alcune sue parole, dettate dalla giusta contentezza del momento e dall’indubbio orgoglio professionale, hanno dipinto Sarzana e di fatto l’amministrazione come un esempio encomiabile di buon governo, soprattutto commercial-urbanistico.
“… nel resto d’Italia luoghi teatrali diventano supermercati o parcheggi…”
Ci dispiace, in questo momento di euforia, contraddire l’autore ma se volesse fare un giretto con tutti noi capirebbe che, se da un lato abbiamo salvato un teatro (ed era ora!), dall’altro, tra supermercati e parcheggi la barbarie è stata abbondantemente superata. Noi come sarzanesi non ne siamo particolarmente orgogliosi. Ma… occhio non vede, cuore non duole, o no?