Consiglio comunale del 28 Dicembre 2017
Approvazione del piano finanziario TARI
Cos’è il Piano finanziario TARI? Si tratta in soldoni del fabbisogno di denaro che ACAM (e tra breve IREN) prevede di dover chiedere al Comune per i costi di raccolta e smaltimento rifiuti urbani, calcolato sulla base dei dati storici e di quelli previsti in futuro (a cui noi ottimisti aggiungiamo: dedotti eventuali ricavi). Questo fabbisogno presunto viene, alla fine di ogni anno, calcolato per i tre anni successivi a quello in cui lo si approva. Qual è la sua importanza? Su questo arnese vengono calcolate le tariffe TARI che pendono sul nostro capino…
Ciò detto… c’è voluta una notevole FACCIA DA TOAST da parte dei membri della Giunta coinvolti per venire a vantarsi della bontà del Piano Finanziario 2017 (relativo al 2018/19/20).
Elenchiamo tre motivi per cui – a parere di Sarzana in movimento – già sulla tematica “diminuzione TARI”, dovrebbero prendere il giornalino Sarzana Notizie, farci un bel CAPPUCCIO e calarselo in testa almeno fino al naso (si scherza, eh?):
Motivo 1:
Sindaco e Assessore Ravecca (Tasse) si sono autoincensati l’ottima gestione delle tariffe TARI; l’Assessore Baudone (Raccolta), annunciando il balzo della raccolta differenziata dal 22% al 67%, ha lasciato presupporre chissà quali vantaggi per i sarzanesi.
In effetti, in una situazione NORMALE, smaltire il 33% di rifiuti indifferenziati ci dovrebbe costare meno che smaltirne il 78%.
In effetti, in una situazione NORMALE, vendere il 67% della spazzatura differenziata (carta, plastica, metalli, vetro) dovrebbe far entrare nelle case comunali un bel po’ di soldini.
Seee… bona!
Confrontando il piano finanziario di fine 2016 e quello che è stato approvato a fine 2017, notiamo che il risparmio preventivato per il futuro è nullo:
Fabbisogno 2017 preventivato a fine 2016: 5.444.569,21
Fabbisogno 2018 preventivato a fine 2017: 5.442.149,93
Accipicchia! il Comune risparmierebbe in tutto meno di 2500 Euro! 12 centesimi ad abitante!
(attenzione: nelle suddette cifre non sono compresi i costi del personale comunale per accertamento, riscossione, contenzioso, i soldi che vanno accantonati per sconti e riduzioni, i soldi che tutti noi diamo alla provincia all’interno della bolletta, i costi per ventuali ulteriori operazioni di pulizia solitamente affidati alla coop. Maris).
Ma com’è possibile? A Ravè! A Baudò? Che ci avete raccontato?!?
Confrontiamo le tabelle (in calce) fornite da Acam relative ai costi a tonnellata della gestione dei rifiuti.
Indovinate dov’è che hanno preventivato le diminuzioni? Ovviamente sui costi che riguardano l’indifferenziato, cioè sul 33% del totale:
Raccolta e trasporto rifiuto indifferenziato: da 159,90 per il 2017 a 141,32 per il 2018
Raccolta e trasporto Differenziato: da 248,62 per il 2017 a 201,62 per il 2018
E indovinate dov’è che hanno lasciato la stessa tariffa o l’hanno GIGANTESCAMENTE aumentata? Ovviamente sui costi che riguardano la differenziata, cioè sul 67% del totale:
Costi trattam e smaltim. rifiuti indiff.: 199,65 invariato
Costi trattamento e riciclo rifiuti Diff.: da 68,17 per il 2017 a 93,78 per il 2018
Ecco spiegato come IN REALTA’ NON DIMINUIRA’ UN BEL NIENTE!
C’è da dire inoltre che questo aumento è in qualche modo riconducibile a IREN, la quale l’anno scorso ha acquisito da ACAM i centri di trattamento e riciclo di Saliceti e Boscalino. Un primo esempio di quello che ci potrebbe attendere in futuro, quando la gestione dei rifiuti sarà in mano al colosso emiliano.
Motivo 2:
Vogliamo dare un’occhiata a un’anomalia apparentemente innocua ma che dà tutto il senso della NASSA in cui ci hanno rinchiuso con la “votazione ACAM > IREN”?
Per la prima volta, un piano finanziario non prevede variazioni in nessuna delle tipologie di tariffa degli anni a venire (2018-19-20).
Come a dire: noi di ACAM non perdiamo tempo a farvi alcuna previsione perché tanto a breve sarete in balia del nuovo gestore privato (che, ricordiamolo, è una società quotata in borsa il cui obiettivo aziendale non è dare il miglior servizio ma fare più utili possibili).
Nessuna rimostranza da parte della giunta su questa stranezza peraltro ben sottolineata da Valter Chiappini in Consiglio Comunale. A ennesima dimostrazione del fatto che – da sempre – a Sarzana come in tutto il territorio PD l’indirizzo dei piani tariffari non è deciso dai sindaci ma dal gestore, che ce li propina senza subire mai alcuna obiezione. Pensate solo al fatto che per tre anni ACAM ci ha propinato un piano finanziario a contratto di servizio scaduto e a metodologia di raccolta cambiata: da “raccolta di prossimità” con le vecchie isole ecologiche coi cassonetti ricoperti e circondati da sacchetti, al “porta a porta” coi cittadini costretti ad andarsi a procurare mastelli e sacchetti.
Motivo 3:
il più eclatante: le entrate per i materiali recuperati con la differenziata (carta, vetro, plastica, metalli), i cui proventi dovrebbero tornare a beneficio dei cittadini che li “producono”, non sono riportati nel piano finanziario.
La norma:
L’Accordo Quadro ANCI-CONAI è lo strumento, previsto dal Decreto Ronchi del 1997 e poi dal D.Lgs 152/06, attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai Comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti per fare le raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggi.
Il sistema CONAI si affida a consorzi che provvedono a coordinare, organizzare e incrementare le attività di ritiro degli imballaggi conferiti al servizio pubblico per avviarli a riciclo recupero. In base alla qualità e quantità del materiale raccolto, i Consorzi corrispondono al gestore locale un corrispettivo economico che consente alla società di contenere i costi delle tariffe. Più il materiale raccolto è puro e selezionato, più il contributo aumenta. Per questo, più e meglio si differenzia, meno si paga.
Riportiamo al proposito stralci dell’intervento e della Dichiarazione di voto del nostro consigliere Valter Chiappini:
“Nel piano finanziario, in questo come in quelli degli anni scorsi, non risulta nessuna riduzione derivante dall’aumento degli introiti dal CONAI, perché se è vero come è vero che siamo passati dal 22% al 67% di rifiuti differenziati, dovrebbe esserci – così a spanne – la triplicazione dei proventi relativi alla vendita dei materiali recuperati ed una conseguente riduzione. Invece non si trova traccia.
Non si trova traccia… per cui siamo ancora, nuovamente… …non scettici… di più… di questa impossibilità del territorio di poter governare una filiera dei rifiuti almeno nel proprio territorio e, soprattutto, imporsi rispetto ad ACAM per avere dei servizi migliori, perché è vero che siamo passati al porta a porta, ma è anche vero che è un porta a porta che non soddisfa assolutamente né le esigenze del territorio, né, tantomeno, dei cittadini…
…anche per chiarire e replicare al collega Torre: l’anno scorso era stata inserita una tabella sugli introiti CONAI su mia precisa richiesta. Era una tabella, fra l’altro, triennale… neppure lì figurava l’introito annuale dal CONAI, … …e, ribadisco, e mi dispiace che l’Assessore non abbia risposto… perché non figura qui dentro la cifra che viene dal CONAI e che dovrebbe tornare ai Comuni per legge? …per legge, eh?… …per legge. Cioè: per legge dovrebbe ritornare ai comuni e almeno transitare qui dentro al piano. Dopodiché uno dice: “il piano finanziario era 6 milioni, meno 900.000 fanno 5 milioni e 100”. Punto.
Non ci siamo! Qui dentro non c’è! Quindi vogliamo sapere dove finiscono i nostri soldi. La stessa cosa verrebbe da dire per il fatto che… come mai questo aumento… che fra l’altro è anche notevole, perché rileggendo… …si passa da 68 a 93 € a tonnellata, quindi si tratta di un buon… quasi 30% di aumento secco in un anno! Complimenti… credo che faremo un approfondimento abbastanza puntuale. Vogliamo sapere il perché di questo aumento di così grossa entità che riporta quello che poteva essere un risparmio sul piano finanziario alla stessa cifra di prima, se non qualcosa di più.
…le tariffe, come dice l’ Assessore Ravecca, sono diminuite del 15%, cosa che non abbiamo riscontrato (a me, ad esempio, è diminuita del 9) …dopo un aumento, e lo ridico di nuovo, così qualcuno riderà di nuovo, che fra il 2013 e 2014 ha comportato un bel 75% secco – in calce anche le cartelle esattoriali 2013 – 2014 con l’aumento “monstre” nel caso indicato del 78% – . Sembra un po’ come quando ti fanno lo sconto su un prodotto alzando il prezzo di partenza… chiaramente vogliamo dei chiarimenti precisi e scritti… …salvo poi pensare anche… …in un ipotetico programma di governo a un organismo che controlli anche questa parte che è determinante per i tributi dei cittadini che sono le bollette dell’acqua e le tariffe sui rifiuti.
Che governi domani IREN, che governi qualcun altro… perché non governeranno certo i cittadini… e allora sappiano bene che sarà difficile far passare aumenti o quant’altro nelle tasche dei cittadini senza che ci siano le nostre battaglie e con noi spero quelle dei Comitati civici come Acqua bene comune. Quindi voto contrario del nostro gruppo a questo piano finanziario ACAM”.