Sono sincera: quando mesi fa si è trattato di affrontare il tema della sicurezza mi sono trovata particolarmente a disagio. Non tanto perché ne capivo poco mentre mi accingevo a propormi come Very Important Political Person nella mia città, quanto perché non era negli episodi che popolavano i social che vedevo il vero pericolo per la mia città.
Non intendo con questo dire che fatti di violenza che saltuariamente hanno popolato le cronache o situazioni di illegittimità vissute da miei concittadini siano da sottovalutare, ma non era nelle mie corde farne un cavallo di battaglia: il mio personale senso del pericolo diffuso e sotteso, quello che avrei voluto gridare ai quattro venti, era ed è quello della sensazione di perdita della Qualità della Vita.
Ho visto uomini andarsene in silenzio, e giovani perdersi senza che avessimo la capacità di aiutarli. Ho visto donne massacrate perché l’ignoranza dei loro uomini ha prevalso persino sulle conseguenze che il loro gesto avrebbe avuto sulle loro misere vite. E mi hanno parlato di tante, tante famiglie indigenti il cui senso di dignità impedisce loro di palesarsi…
Cosa fare? Cosa fare di utile? Cosa fare di diverso da coloro che della miseria e del disagio fanno solo procacciamento di voti senza preoccuparsi di migliorare quelle situazioni?
Poi, in un incontro a Firenze, l’idea. L’idea di un Comune che può riprendere la veste di buon padre di famiglia e che si adopera per prevenire gli accadimenti, interfacciandosi con il sociale, la scuola, le famiglie, le associazioni. Sicurezza urbana come solidarietà. Abbiamo invitato l’ideatore della figura che deve saper mettere in atto questo complicato ma indispensabile groviglio di azioni. Ecco i video dell’incontro con il Dott. Renzo Ciofi tenutosi a Sarzana l’11 maggio 2018: