Affidiamo al nostro Pierluigi Mannella, ex docente di Chimica, una breve analisi sullo stato delle cose (per quel poco che la mancanza di dati consente) e sui possibili scenari futuri in relazione alla raccolta dei rifiuti. Approfittiamo per invitarvi il 30 marzo al Barontini (ore 21) per l’ufficializzazione della lista civica.
L’amministratore che ha l’incarico di organizzare il ciclo dei rifiuti deve perseguire precisi obiettivi:
- una città pulita e ordinata,
- rendere semplice per il cittadino (e quasi invisibile) la gestione della raccolta differenziata,
- far pagare il prezzo più basso possibile.
In una recente conferenza, l’ ex assessore ai rifiuti del Comune di Follo (dipendente ACAM e attuale assessore al Ciclo Rifiuti del Comune di La Spezia) ha mostrato come si possa passare dal 18 al 80% di raccolta differenziata nel giro di un anno, e con costi di gestione molto vantaggiosi (meno della metà di quelli che deve pagare un cittadino sarzanese). Ne parlerò in calce, concentrandomi prima sulla situazione di Sarzana.
Per quanto riguarda la nostra situazione attuale, abbiamo una delle tariffe più care di tutta la provincia ed una città che lascia molto a desiderare in fatto di pulizia. Mentre nel citato caso del Comune di Follo per un appartamento da 120 metri quadri con 3 occupanti si spendono 175,70 euro/anno, per lo stesso appartamento a Sarzana se ne spendono 356,53.
Per il prossimo anno la richiesta di ACAM al comune per il servizio di raccolta rifiuti e spazzamento è la bella cifra di circa
5.800.000 euro !
(263 Euro ad abitante, neonati inclusi, ndr).
ABBIAMO FATTO DUE CONTI DELLA SERVA…
In assenza di dati ufficiali possiamo tentare una verifica, a spanne, della cifra chiesta da ACAM.
Il totale di rifiuti prodotto l’anno precedente nel Comune di Sarzana ammonta a 12.000 tonnellate, con differenziata al 66% , e quindi 8.000 ton di prodotti riciclabili e 4.000 ton di indifferenziato (numeri forniti nella conferenza citata). Dato che il costo maggiore è costituito dallo smaltimento dell’indifferenziato, moltiplicando 4.000 ton per 200 euro si arriverebbe a 800.000 euro. Se a questa cifra aggiungiamo i costi di raccolta, trasporto, spazzamento e lavaggio, interessi bancari e ammortamento desumibili dalle tabelle ISPRA, siamo ancora lontani dai 5.800.000 richiesti. In effetti dai dati ISPRA , per una situazione simile a Sarzana con raccolta differenziata di circa il 60% , si ricava un costo totale medio di circa 315 euro/ton , che moltiplicato per 12.000 ton di rifiuti totali prodotti farebbe circa 3.800.000 euro ( a cui dovrei però sottrarre i proventi dalla vendita dei materiali recuperati).
Naturalmente questo è un calcolo approssimato, che può variare molto per la qualità ed efficacia dei mezzi di raccolta disponibili in ACAM e per le specificità del luogo.
Siamo in periodo elettorale e l’Amministrazione comunale avrebbe tutto l’interesse a divulgare, in chiaro, le voci della nota spese di ACAM, anche per fugare i dubbi di qualche cittadino malfidato.
Ma tornando alle modalità, il risultato si può raggiungere con una gestione attenta ad ogni aspetto del vivere civile, ben ragionata e flessibile, che si adatti alle situazioni caratteristiche di ogni comune.
Per esempio la raccolta porta a porta, che richiede impiego di molti addetti, non si presta bene ad essere usata nei centri storici, che hanno difficile viabilità e dove è più avvertibile il rumore e i gas di scarico dei mezzi usati nella raccolta.
Nei centri storici funzionano meglio ecoisole informatizzate fisse (moderni punti di raccolta videosorvegliati e accessibili con carta magnetica personalizzata) dove i cittadini possono conferire 24 ore al giorno ogni tipologia di rifiuti. Nei centri storici si cercherà di rendere meno evidenti tali contenitori, ponendoli anche in esercizi commerciali sfitti.
Fuori dal centro città sarà invece più conveniente una situazione mista di raccolta, porta a porta e isole zonali fisse, dove il cittadino con tessera magnetica viene riconosciuto e può conferire in modo differenziato le tipologie di rifiuti.
Sono possibili vari metodi per quantificare il rifiuto indifferenziato (è quello che ha un costo di smaltimento molto elevato, 202 euro/ton). Si possono usare sacchi dal volume di 30 litri, che il cittadino può acquistare quando ha esaurito quelli forniti a inizio anno, oppure applicare al recipiente di conferimento un sistema di pesatura del sacco introdotto, o utilizzare un trasponder.
La filosofia del sistema è comunque quella che più si produce rifiuto indifferenziato, più si paga, integrando opportunamente l’attuale criterio di calcolo della tariffa con la superficie dell’appartamento e il numero di occupanti.
Con il sistema a regime si può anche pensare di dare un credito al cittadino che differenzia correttamente plastica, carta e metallo, dato che questi materiali hanno valore economico non trascurabile (attualmente il valore per vetro, carta, plastica+metallo è rispettivamente 30, 90, 115 euro/ton ).
E’ necessario uno sforzo economico iniziale per dotarsi delle moderne e tecnologiche isole zonali, ma l’investimento si ripaga in tempi brevi, e questa è la soluzione adottata nelle città dove migliori sono i risultati della raccolta e minori i costi per i cittadini (Trento, Parma, Modena, etc.)
La soluzione flessibile adottata, alternativa ad un porta a porta su tutto il territorio, permette anche di liberare personale da destinare ad altri compiti : pulire a rotazione i vari quartieri della città, curare e riparare l’arredo urbano, cancellare le scritte dai muri e rimuovere le gomme da masticare dai marciapiedi (gli con opportuni strumenti destinati a tale scopo).