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Lettera aperta al M5S (che non la leggerà) – Chiappini si autosospende

«Esco da un sogno trasformato in incubo. – scrive Chiappini – Non è facile per me, che faccio della parola data e degli impegni presi inderogabili vincoli di vita, trovare le parole del perché mi autosospendo dal Movimento 5 stelle. Vorrei poter spiegare e parlare faccia a faccia con tutti i 172 che hanno scritto il mio nome sulla scheda elettorale nel 2013 e con tutti i 1400 che hanno votato a quella tornata elettorale per il Movimento a Sarzana. Non essendo possibile spero che siano in tanti quelli che leggeranno questa nota».

«Ho tenuto con le unghie, camuffando il pesante malessere che derivava dal cercare di negare a me stesso, e a chi ha creduto ed ancora crede, quanto sia cambiato il Movimento rispetto a quanto prometteva quando ho accettato la candidatura. I principi portati avanti per una vita, trovati in quelli professati dal Movimento fino dal 2007, quando sui tavoli del giardino del Barontini facevamo riunioni in “4 gatti”, sono oggi, dentro al Movimento, un cumulo di macerie, demoliti da questa pazzesca deriva che lo sta ammorbando», continua.

«Ho tenuto con le unghie, cercando di contrastarla, facendo finta che non esistesse nonostantele “liste di proscrizione” dell’ex candidato sindaco Giannini, “unto dal signore” già nel 2013, perché nelle grazie delle “sentinelle” allora presenti sul territorio. – scrive ancora Chiappini – Ho tenuto con le unghie nonostante gli “inviti” a dimettermi da parte delle “sentinelle”, che presidiano il territorio e che escono ad ogni tornata elettorale per demolire costruende liste non gradite o attaccare consiglieri democraticamente eletti ma sgraditi. Nonostante da queste arrivassero insulti e sottili minacce tanto da far tornare alla mente i “Bravi” dei promessi sposi, se ci illudiamo ancora di avere a che fare con servi in qualche modo prezzolati, o qualcosa di peggio come io penso che sia».

«Ho tenuto con le unghie quando è stata demolita la volontà della base, incredibilmente per una volta unita dopo altri tentativi fatti fallire, che votò, quasi all’unanimità con 70 voti favorevoli e 4 astenuti su 74 aventi diritto, un unico candidato Sindaco a La Spezia che faceva veramente paura al sistema, ma che è stato bocciato, con un post senza firma in calce ad un articolo sul blog del Movimento, per un peccato originale di 25 anni prima. – continua le lettera di Chiappini – Avevo chiesto, ferito e demoralizzato da questo fatto, ai gruppi del territorio, che mi convincessero a continuare. E l’hanno fatto e li ringrazio ancora ora per l’enorme stima dimostratami, ma quell’incontro, registrato dalle “sentinelle” è finito, montato ad arte, nel dossier della mia proscrizione assieme ad un altro consigliere locale proscritto».

«Ho tenuto con le unghie pur condividendo con disperazione le difficoltà dell’amico Consigliere regionale Francesco Battistini, reo di “lesa maestà” nei confronti della capobastone regionale e deferito ai probiviri, nominati senza consultazioni, con l’imputazione, alla fine, di “libertà di pensiero” esternata ad un giornalista ed appeso ad un capestro la cui botola sarebbe stata sicuramente aperta dopo le amministrative di Genova per non “compromettere” la campagna elettorale. Il tutto sottacendo che, da tempo, le stesse “sentinelle” che presidiano il territorio montavano ad arte dossier su di lui e su di me, accusandomi di “complicità per avere organizzato riunioni segrete e sediziose per mettere insieme cordate al fine di manipolare il voto a favore di Battistini”, quando neppure sapevamo chi votava Movimento», continua Chiappini.

«Ho tenuto con le unghie nonostante palesi dimostrazioni che uno non valeva uno, che la base non contava, che le scelte le faceva qualcuno senza discussione, giustificate con votazioni farlocche che proponevano scelte obbligate: dalla votazione on line sull’ipotesi di aggregazione col gruppo europeo di ALDE, all’ultima per confermare il “prescelto” dalla capobastone a Genova sconfitto nell’elezione del candidato Sindaco. – spiega – Ma non riesco a passare sopra l’ultima e chiara dimostrazione di come il Movimento non sia più ciò che mi aveva fatto sognare. Non riesco a passare sopra quello che succede solo nei paesi con regimi totalitari: l’annullamento di democratiche elezioni, pur a condizioni già capestro, perché la vincitrice, a sorpresa, ha battuto il “prescelto unto dal Signore”. A tutto c’è un limite. Ed il limite è stato passato quando Venerdì sera, ad una riunione del gruppo sarzanese si è presentata “a sorpresa” la capobastone regionale, con tanto delle succitate “sentinelle”, col solo intento di provocare e filmare col cellulare le reazioni, ed oggi mi ritrovo pure sotto accusa dopo quella serata infausta».

«So bene, quindi, che il sottoscritto non sarà mai certificato alle prossime amministrative sarzanesi, reo di essere inviso dalle “Sentinelle” del territorio e dai capibastone e “condannato” per avere solidarizzato col reietto Francesco Battistini, (come lui fu solidale con chi, a Genova, portò per anni alto il nome del Movimento lavorando per esso, per il territorio ed i suoi cittadini, ma colpevole di non chinare la testa di fronte alla deriva totalitaria che stava avanzando) ed oggi accusato anche di avere programmato la “rissa” all’incontro di venerdì sera quando tutto dimostra il contrario: qualcuno ha voluto portare la storia ad un punto di rottura».

«Oggi il mio sogno di aver trovato nel Movimento la casa dei miei principi: onestà morale ed intellettuale (prima che pratica), trasparenza, partecipazione, potere al popolo, si è trasformato in un incubo da cui voglio uscire nel rispetto della parola data ai miei concittadini. Mi autosospendo, quindi, dal Movimento 5 stelle, ma continuerò ad onorare l’impegno in consiglio comunale fondando il gruppo “Sarzana in Movimento” con lo stesso programma e gli stessi principi che, sulla carta, sono quelli fondanti e che io non ho mai cambiato. Nei confronti dei miei amici, del gruppo, che mi ha supportato e dato la forza di tenere duro in questi anni di sacrifico ed impegno, e dei miei concittadini che hanno i miei stessi principi, non cambia nulla: io ci sono e mi aspetto che anche loro ci siano. Indipendentemente dalla casacca che vorranno indossare, perché non è la giacca che fa l’uomo, ma quello che ha dentro», conclude Chiappini.

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