A metterci sul chi va là su una situazione di rischio che pende su di noi non è stato colui che è responsabile della condizione di SALUTE della popolazione del territorio, che deve attivare iniziative di promozione della SALUTE stessa, e deve, inoltre, adottare provvedimenti se questa è minacciata.
L’avvertimento è arrivato da articoli di giornale (Qui quello recente in rete: Cinghiali abbattuti sul Magra, gli intestini pieni di pesticidi . Di seguito quello cartaceo in cronaca locale su La Nazione di una decina di giorni fa): con chiarezza terrificante siamo stati informati del fatto che QUALCHE SETTIMANA FA una famiglia di cinghiali – abbattuta in un’operazione di cosiddetto monitoraggio in zona Isolone e sottoposta per iniziativa dei selettori ad un controllo delle carni – si è rivelata una potenziale arma chimica.
Un’esagerazione, la nostra? La stampa parla di
grasso fosforescente,
bromadiolone (anticoagulante per topi)
e soprattutto pesticidi…
Da dove avrà, la famiglia di ungulati, attinto questo bendidìo?
Solo da esche collocate nei pressi della zona di abbattimento? Dalle discariche – ricche di piccoli roditori – che ammantano le rive del nostro bel fiume? Da colture cariche ahimè di pesticidi?
Ci preme innanzitutto – pur con le nostre forze limitate – partecipare alla divulgazione dell’avviso in favore dei cittadini: evitate il consumo di cibi che provengono da filiere non controllate!
Poi chiedere a Regione Liguria di normare finalmente il settore redditizio dell’abbattimento/ macellazione/ vendita di animali selvatici, nelle mani di non sempre si sa bene chi / come / dove.
Infine la critica: nè Regione Liguria, nè tantomeno il nostro Primo cittadino hanno ritenuto di dare la giusta risposta al grave episodio.
Nella Sezione Albo Pretorio, da noi spesso consultata per controllare ciò che l’amministrazione ha il buon cuore di pubblicare, troviamo questo provvedimento già fuorviante nel titolo:
Ma come? Stiamo parlando della possibilità di avvelenamento da carne di cinghiale contaminata e qui la si “occulta” sotto un titolo da Principe del Foro? Andiamoci allora a leggere l’ordinanza ministeriale 10 febbraio 2012, che tratta delle prescrizioni per l’utilizzo e la detenzione di esche o di bocconi avvelenati.
Art. 4.
1. Il sindaco, a seguito delle segnalazioni di cui all’articolo 2, comma 1 (comunicazione di sospetto avvelenamento di un esemplare di specie animale da parte di un veterinario) dà immediate disposizioni per l’apertura di un’indagine da effettuare in collaborazione con le altre Autorità competenti.
2. Il sindaco, entro 48 ore dall’accertamento della violazione dell’ articolo 1, provvede ad individuare le modalità di bonifica del luogo interessato dall’avvelenamento nonché a segnalare con apposita cartellonistica e a intensificare i controlli da parte delle Autorità preposte.
E ora l’ordinanza dal un titolo insufficiente di Cavarra:
Voto al contenuto: altrettanto altamente insufficiente, vista la gravità della cosa. Individuando come area di contaminazione e di collocazione PRESUNTA di esche per topi quella limitrofa alla ditta Serg in zona Isolone, il Sindaco commette uno scellerato atto di sminuimento del problema. Se il sindaco pensa così di essersela cavata per essersi attenuto all’ordinanza ministeriale, pensi alle conseguenze che dovrà subire, dopo questo episodio, in caso di avvelenamento di persone.
Ecco come intendiamo far riportare la vicenda nelle giuste dimensioni: