Le frasi più strane si sussurrano nei corridoi. Gesti di scaramanzia, compiuti nelle recondite stanze del potere, si accavallano.
Sindaco e Assessore recitano mantra di salvamento.
In tutto il Comune quel nome terribile non deve essere nominato, pena trattenuta sullo stipendio e fustigazione sulla pubblica piazza. La soddisfazione del momento deve essere repressa… guai! se capitasse un intoppo, un contrattempo, un imprevisto sull’ora fatidica, celata ai più.
Scriviamo alle ore 15:28 del giorno precedente all’apertura, al disvelamento, all’apparizione del monolite, eppure nulla si sa sulla caduta del sudario… pardon del sipario su quell’opera che, già appartenente alle benedizioni dell’Unesco, pare per la città essersi mutata in una chimera, un miraggio, un’inesistente fantasma.
Ma ne siamo sicuri, domani apparirà, in tutta la sua mastodontica durezza e noi, tutti, finalmente in ginocchio, estatici nel raccoglimento dovuto, grideremo, senza ritegno, la nostra adorazione agli officianti e rivolti al manufatto celeste bisbiglieremo
APRITI SESAMO, CAZZO!
Non ne possiamo più d’aspettare!!!
Solo allora la grazia celeste di Sindaco e Assessore ricadrà sulla città e una nuova era, forse quella dell’Aquario o del Cinghiale bianco, fate voi, ci sommergerà… ma solo fino alle prossime auspicate, bramate, elezioni.
Amen
Giorgio Giannoni, residente in zona